lunedì 26 maggio 2008

I giovani della provincia incontrano Cesare Damiano

La mattina di sabato 24/5, nonostante il tempo poco clemente, ha visto numerosi giovani dei circoli della provincia riunirsi nella sede novarese di via Tornielli, per partecipare all'incontro con l'On. Cesare Damiano, Ministro del Lavoro nel passato governo Prodi ed attualmente capogruppo della commissione lavoro del PD.

Apre la discussione Paola Turchelli, seguita dall'intervento di Sara Paladini:
l'occasione della promozione del suo libro "Il lavoro interrotto", porta quindi Damiano a trattare i temi centrali di questo incontro: il precariato, il panorama attuale, le conseguenti prospettive ed anche le prospettive dello stesso Partito Democratico: un partito che deve ancora trovare una propria fisionomia ben definita, nella quale i giovani sono un risorsa importante a cui attingere e su cui costruire.

In un clima piacevolmente informale, al riparo da telecamere, Cesare Damiano lascia quindi la parola ai ragazzi per proporre domande ed argomenti di discussione. Gli interventi si susseguono, portando testimonianze ed esperienze personali, tutte però unite da filo conduttore: la preoccupazione nella vita professionale, che per molti procede nell'incertezza, si riflette ineluttabilmente nella sfera personale. Ovvero, la precarietà nel lavoro sta mutando in una pesante precarietà sociale.

L'ex Ministro non lesina, cerca di toccare i numerosi argomenti posti alla sua attenzione e prova a tratteggiare un panorama partendo dalla sua propria esperienza. Nato nel 1948, illustra ciò che ha seminato la sua generazione, difendendone l'operato nel momento in cui ha rotto pesanti schematismi ed ha aperto nuove possibilità, ma non lesinando perplessità quando, con lucidità ed a ragion veduta, si sente di affermare che "...ha seminato un disordine accentuato".

Cambiamento dunque, quando ancora "globalizzazione" era un termine sconosciuto, ma che un incedere lineare e senza freni ha poi portato alla triste conoscenza della crisi petrolifera e di termini come "recessione".Si aveva la convinzione, continua Damiano, che tutto sarebbe avanzato pari passo, crescita di produzione, di redditi, di diritti. Se è pur vero che negli anni '60 si registravano oltre 4000 morti sul lavoro all'anno, (mentre oggi la soglia è scesa a poco più di mille), è vero anche che poi diventò sempre più tristemente noto il concetto di "ristrutturazione aziendale". Non in senso architettonico, più prosicamente in senso di licenziamenti.

Toccando il termine "diritti" pone ripetutamente l'accento sui "doveri", auspicandone una riscoperta: vocabolo troppo spesso trascurato, è necessario riaffermarlo per ritrovare i giusti equilibri.Vale naturalmente anche l'inverso:
parlando di libri, Damiano si allaccia al recente scritto di Giulio Tremonti, premettendo chiaramente di non essere protezionista, ma sostenendo fermamente che nei rapporti di questo nuovo mercato globalizzato è necessario porsi dei traguardi di equilibrio, poichè, al contrario, rischiamo di essere ligi ai "doveri" e soccombere a concorrenze sleali di chi opera secondo profitto senza sottostare a regole condivise.

C'è spazio anche per valutazioni serene, seppur molto chiare, sulla condizione della sinistra, che deve continuare la profonda riflessione in atto. Se da un lato va affrontato il problema (non da poco conto) del perchè troppe volte si ha la sensazione di "...stare dalla parte del carnefice, e non della vittima", dall'altro lato c'è la necessità di imparare a difendere in modo perentorio le numerose mosse azzeccate, partendo dal precedente governo. Perchè risulta chiaro che se ad ogni passo falso è seguito un bombardamento incondizionato, figlio anche dell'atteggiamento ostruzionsta del centrodestra, è altrettanto evidente che i buoni provvedimenti presi, se non rivendicati con fermezza, verrano poi "timbrati" dal governo Berlusconi, per riportare il termine usato da Damiano. Cornuti e mazziati come direbbero a Napoli. Per fare un esempio di attualità, basti pensare alla questione dell' I.C.I, già affronata in modo corposo dal governo Prodi ma sbandierata come una colossale e miracolosa operazione della attuale maggioranza, già in campagna elettorale.

In tal senso sottolinea anche di aver riscontrato diverse testimonianze, in base alle quali numerosi voti migrati dalla Sinistra Arcobaleno alla Lega siano stati il frutto di un eccessivo atteggiamento critico verso i proveddimenti del governo, e non, come si sarebbe portati a pensare, a seguito di posizioni troppo morbide e passive.

Non manca di essere critico anche verso la pubblica amministrazione, "una delle più grosse fucine di precarietà". Enti locali compresi.

Nella stessa piacevola atmosfera l'incontro volge al termine, ma con la gratificazione di esser risultato di sicuro interesse per i partecipanti. E' bene dirlo, anche grazie alla disponibilità e gentilezza dell'On. Cesare Damiano che ringraziamo.

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