sabato 23 maggio 2009

"Un'emozione che non passa"




Così il titolo sul sito di repubblica.it e così il Presidente Napolitano ricorda la strage di Capaci nel giorno dell'anniversario, il diciassettesimo.
Lo stesso giorno in cui emergono nuove verità su killer e mandanti dell'omicidio del giornalista Mauro Rostagno. Secondo gli inquirenti decisione presa dal boss Francesco Messina Denaro, e delegata nell'organizzazione al trapanese Vincenzo Virga, esecutore Vito Mazzara.
Lo stesso giorno in cui arriva in Italia, espulso dagli Stati Uniti, il boss Rosario Gambino. La famiglia Gambino, dagli anni '60, diviene la più potente famiglia di New York ma anche una delle più influenti negli interi Stati Uniti.

23 maggio 1992.
Quel giorno persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Di Cillo, Antonio Montinaro.

Riporto qualche citazione dal libro "L'agenda rossa di Paolo Borsellino", di Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza con introduzione di Marco Travaglio, affinchè giornate come oggi non siano solo un gesto commemorativo, commosso ma svuotato da ogni significato, ma sia un esercizio di riflessione e memoria per tutti noi. Siamo davvero in un Paese dove non esiste nessun "doppio Stato"? Forse, speriamo di sì, ma non si dice mai abbastanza che non sappiamo ancora la verità sulle vicende più dolorose e sanguinose che hanno fondato la cosiddetta seconda Repubblica e nemmeno si parla del perchè non le sappiamo.

"Forse, se ai misteri dell'agenda rossa...si fosse dedicato un decimo dello spazio riservato dalla televisione di regime al delitto di Cogne e ad altri diversivi, oggi sapremmo qualcosa in meno sul pigiama della signora Franzoni e qualcosa in più sulle origini della seconda Repubblica" Marco Travaglio

"Nonostante tutti sapessero che il prossimo sarebbe stato Paolo, nonostante lui stesso avesse confidato a un paio di persone che a Palermo era arrivato l'esplosivo per lui, qui, in via D'Amelio non era stata presa nessuna misura precauzionale". Rita Borsellino

"La verità sulla morte di Borsellino sta nella sua agenda, un'agenda rossa dell'Arma dei carabinieri che gli aveva regalato un militare e sulla quale il giudice scriveva tutte le sue cose riservate...In quell'agenda, ne sono sicuro, c'era anche la verità su chi e che perchè aveva ucciso il giudice Giovanni Falcone". Tenente Carmelo Canale

"Mio marito non si separava mai da quell'agenda, vi annotava tutti i suoi incontri di lavoro. Sono sicura che l'avesse con sè anche il giorno in cui fu ucciso, ma non mi è mai stata restituita." Agnese Borsellino

"La sparizione dell'agenda rossa è un'ulteriore anomalia. In quell'agenda, secondo me, c'è scritto il motivo per cui Paolo è stato ucciso." Rita Borsellino

Vorrei infine chiudere questo post con un'altra citazione:
"L'autorità dimentica un re morente". Alfred Tennyson

mercoledì 20 maggio 2009

A volte ritornano



A febbraio l'avvocato inglese David Mills (personaggio già noto a chi segue certe vicende giudiziarie che coinvolgono la politica) viene condannato in primo grado a 4 anni e 6 mesi di reclusione per corruzione in atti giudiziari. Mills rese anche falsa testimonianza. In questo processo è coinvolto l'attuale Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, la cui posizione processuale viene stralciata in virtù del cosiddetto lodo Alfano, discendente diretto di altre porcate sviluppate a più mani e più correnti politiche (Boato-Maccanico-Schifani, quelle cose così imbarazzanti che nessuno poi ne vuole la paternità). In buona sostanza, le 4 più alte cariche dello Stato non sono processabili fino ad esaurimento del loro mandato, sempre presumendo che alla scadenza non ne assumano un altro di quei quattro.
Il processo arriva alla sentenza e l'imputato Mills viene condannato.
Sentite che notizia arriva ai cittadini dal tg di Italia 1, studio aperto :
Premesso che l'ordine dei giornalilsti due paroline al signor Galluzzo le dovrebbe dire, credo non serva la qualfica di giornalista per capire che se un individuo non è processabile non può essere condannato nè assolto.
Ciò deve farci rendere conto che ormai l'informazione è divenuto un bene prezioso da perseguire con volontà e zelo. Non aspettiamoci che i media ce la rendano scevra da interessi e versioni di comodo.

Sul sito del Partito Democratico campeggia un articolo intitolato "impunito". Condivisibile, equilibrato, su cui vale la pena riflettere.
Riporto un breve estratto:

Per Dario Franceschini, a margine di un incontro pubblico a La Falchera, “c'è una sentenza che condanna e che dice cose molto preoccupanti sul ruolo avuto dal premier. E' chiaro che a questo punto il lodo Alfano è stato fatto per bloccare quel procedimento".

"Il Lodo Alfano - ha dichiarato il leader del Pd - è stato come staccare dai tribunali la scritta 'La legge e' uguale per tutti' che sta lì perché è la Costituzione che lo impone. L'unico modo per riattaccare simbolicamente quel cartello nelle aule di giustizia italiana - ha aggiunto - credo sia che il premier venga in Parlamento, come ha annunciato e venga a dire che rinuncia ai privilegi del Lodo Alfano e accetta il giudizio come tutti gli italiani normali".


Come dicevamo il cosiddetto lodo Alfano è in gestazione da quasi un decennio, non c'era bisogno della vicenda Mills per scoprire l'acqua fredda. Non quella calda. Quella fredda. Ma soprattutto ce ne sono un'altra dozzina di sentenze che dicono cose molto preoccupanti sul premier. L'unico che non lo sa è Bruno Vespa, che occupa allegramente le serate della TV di stato con i plastici di casa Franzoni, convinto che Berlusconi sia entrato (se memoria non mi inganna) in 26 processi ed è stato sempre assolto. Come dire...almeno le barzellette hanno il pregio di far ridere.
Questo tanto per ribadire il concetto di "informazione".

Non è nemmeno il caso di nasconderci dietro un dito mozzato, perchè "la legge è uguale per tutti" è un cartello che è stato staccato dalle aule di giustizia ben prima del lodo Alfano. Perchè quando la magistratura chiede l'autorizzazione a procedere nei confronti di un parlamentare, tutto il parlamento fa quadrato e la nega, incostituzionalmente, perchè se non viene ravvisata una volontà persecutoria un parlamentare deve essere giudicato come tutti i cittadini. Perchè se un giudice indaga un sindaco di destra o sinistra e decide di arrestarlo, ebbene lo arresta. Mentre se un giudice decide di arrestare un parlamentare deve chiedere il permesso al parlamento.

Questi son film già visti e rivisti, l'On. Cesare Previti è stato condannato anche in cassazione per vicende simili, molto simili, troppo simili. Ma nessuno ne parla più. Il fatto che certe persone siano interdette dai pubblici uffici non significa che il problema sia risolto, perchè a volte i problemi ritornano con altri nomi, altri volti, altri processi. Purtroppo delle volte ritornano anche gli stessi protagonisti.

Rendiamoci conto che forse questa è una delle ultime possibilità che tutti abbiamo di guardarci un poco allo specchio e chiederci come è lecito comportarsi, ricordando che fare dei sacrifici oggi potrebbe evitarci delle situazioni ben peggiori all'indomani. Quando potrebbe anche essere troppo tardi.

Perchè quando i problemi non si risolvono a volte ritornano...

giovedì 7 maggio 2009

Il Presidente Vedovato a Trecate



Domenica 17 maggio alle ore 11 in piazza Cavour - Teatro comunale, il Presidente della provincia Sergio Vedovato incontra gli elettori trecatesi e presenta i candidati della coalizione che lo sostiene.
Tema dell'incontro:
"Trecate, terzo centro della provincia: sostegno allo sviluppo per i prossimi cinque anni".

Nell'occasione i giovani del Partito Democratico presentano una mostra sui trasporti e raccolgono firme per migliorare il servizio per studenti e pendolari.

Vi aspettiamo
[PD, IDV, Sinistra e Libertà]